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Eclissi di Terra

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Non scrive più l'angelo ossuto del mio sterno in fiore

non scrive più costola mia parole succhi di parole

spremuta di giunchi verde rame dei tuoi capelli riverberi di fiume

al sole che non conclude la corsa ansante dei raggi brilli

sul seno fornace scottate le mani lunghe languide caparbie 

stoppe per barlumi raggere innestate su fremiti a misurare capezzali dai cuscini

inginacchiatoi capestri per capezzoli balconi chiodi fori muri

un nonnulla di bisbigli su caviglie sottili preghiere di lino

piegate sulle schiene di sedie paralizzate dallo schianto nella stanza del mattino

batte un colpo per saziare il fiato con quanto ancora è vivo in lei

scroscia maniacale la richiesta d'aiuo dalla punta dell'arto ferito e contratto

ricostruzioni fameliche di un ferino abbandono al letargo indurito dei sensi

addio amore mio ai quattro venti

fossero cento mille un milione un miliardo fuor dai cataloghi della modernità

sempre in brani ti farebbero specchietti per le allodole

concime per le nostre terre

pastura per i pascoli dell'aldilà tempo che fugge e ciò che rimane

tracce non più sedotte dalla mappa del cammino

segnali di estasi dovunque macchie di luna di te

comete apici cosmici di giorni qualunque

gioia che afferri distratta da un piccolo petalo ignaro di sè di se

ti neghi alla luce luce dei miei occhi chi ti brandisce bandiera bastarda di patria?

basandoti tenebrosamente negli abissi di un'eclissi di Terra

velata stella pantomima del redentore flora fauna amante sorella

circonvoluzione dell'inquirente misura atomica della galassia

non volevo ucciderti ti prego perdonami

é che le cose viste dalla Luna deflagrano nell'orbita della tua assenza

una per una ad anni luce di distanza

e non ne potevo più che ridessi di me

bocca da chiudere con la mia bocca sanguinaria da baciare l'addio.

 Lorenzo Mullon - 27/04/2014 22:23:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

l’eclissi di terra, solo una palla nera, le cose cancellate, le idee nel sacco della spazzatura cosmica

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